L’Africa romana XV

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Descrizione

Questa XV edizione dell’Africa romana, pubblicata per iniziativa del Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Sassari e dell’Institut National du Patrimoine della Tunisia, contiene i testi delle oltre cento comunicazioni presentate a Tozeur (Tunisia) tra l’11 e il 15 dicembre 2002, in occasione del Convegno internazionale promosso sotto gli auspici dell’Association Internationale d’Épigraphie Grecque et Latine, dedicato al tema «Ai confini dell’Impero: contatti, scambi, conflitti», cui hanno partecipato oltre 250 studiosi, provenienti da 12 paesi europei ed extra-europei. Delineati gli aspetti generali (con attenzione specifica per temi quali il deserto, il limes, le fortificazioni, le popolazioni, il nomadismo, l’interazione pacifica o conflittuale tra uomo e paesaggio lungo le frontiere, le identità culturali, le relazioni economiche e sociali tra soldati e civili, gli scambi dell’Impero con i popoli collocati oltre le frontiere), una sessione del convegno è stata dedicata alle relazioni tra Nord Africa e le altre province e una alle nuove scoperte epigrafiche. Questa edizione, curata da Mustapha Khanoussi, Paola Ruggeri e Cinzia Vismara e introdotta da un intervento di Pol Trousset, segna un ulteriore allargamento geografico verso la penisola iberica e verso l’Africa centrale e altresì un’apertura cronologica più ampia, dall’età preromana alla tarda antichità, tra permanenze e rotture medievali, con una varietà di temi che non potrà non sorprendere il lettore. Riprendendo il discorso tenuto quattro anni prima a Djerba in occasione del XIII Convegno dal Ministro della Cultura Abdelbaki Hermassi, che aveva apprezzato lo sforzo della comunità scientifica per superare i nazionalismi e per favorire i rapporti tra le due rive del Mediterraneo, in apertura Attilio Mastino ha osservato: «Oggi, dopo 1’11 settembre 2001, quelle parole appaiono profetiche e ci richiamano ad un’azione più incisiva per costruire la pace, a Betlemme occupata come in Europa, a Baghdad come nel Maghreb ma anche nelle due parti di Gerusalemme. Con il Convegno di questi giorni abbiamo inteso lanciare un messaggio di umanità, di amicizia, di apertura, di apprezzamento per una storia lunga e complessa che rispettiamo e che ammiriamo». Questi Atti propongono uno degli aspetti geografici e culturali più rilevanti all’interno del dibattito sui confini dell’Impero; il tema fondamentale è quello del limes dell’Africa, accompagnato dal processo di insediamento e romanizzazione e testimoniato dalla nova praetentura dei Severi, illuminato dai nuovi metodi di indagine, le prospezioni territoriali, la fotografia aerea e satellitare. Nella Presentazione, Elizabeth Fentress, raccomandando la ripresa delle indagini archeologiche nel Maghreb, in particolare nel predeserto e oltre la zona del limes, ha richiamato il prezioso apporto dei dati della cultura materiale: «L’Africa romana has thus become one of the motors that moves the study of North Africa along, both reflecting and producing scholarship across a broad spectrum of fields; from epigraphy to literature and from archaeology to art history. Most journals are passive, though valuable, receptacles for contribution. Instead, L’Africa romana is itself an active participant in the discourse of North African history and archaeology. The wide reach and periodic nature of the conference has contributed to the creation of a community of scholars in many different disciplines, and to broadening our horizons beyond our own special fields». E ha concluso: «The conference has grown exponentially, perhaps, in part, tempting new members into our community. In any case, it has had a fundamental role in making Roman North Africa the vivacious field reflected in these volumes. We cannot help but admire the organization that handles this mass of people, and the editorial staff that has coped with their rich and various contributions. The University of Sassari has much to be proud of, and the organizers, Attilio Mastino and Mustapha Khanoussi, even more».

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